«Coloro che sognano di giorno
sono consapevoli di molte cose che sfuggono
a chi sogna soltanto di notte»
Edgar Allan Poe
IL RADIANTISMO DI IERI E DI OGGI
PROLOGO
Ora che sono diventato ottuagenario mi interrogo spesso sul mio futuro prossimo e capisco di dover riformulare i miei confini esistenziali, tuttavia confido di non dovermi privare del sentimento di appartenenza al mondo: penso che la vecchiaia non sia solo momento in cui la vita si esaurisce, ma anche si completa e si perfeziona.
In particolare ambirei mantenere vivo il rapporto con la radio amatoriale: si tratta di un’amicizia in essere da oltre 60 anni, diventata ora risorsa inamovibile poiché, non solo mi mantiene in "presa" diretta con il mondo, ma mi allieta richiamandomi alle emozioni provate nel corso dell’annessione alla materia e della successiva lunga convivenza. A me pare essere cresciuto con la radio: ho infatti goduto, nella quotidianità di una vita intera, del suo straordinario potere di comunicare ed intrattenere, inoltre - nei panni di semplice ma curioso dilettante – sono entrato pure al suo ‘ interno' seguendo passo dopo passo il suo cammino seppure - a fronte del suo divenire in dinamiche evolutive diversificate e complesse - ho dovuto parzializzare ben presto a mia capacità di correre con lei.
Nella veste di radioamatore di lungo corso, vorrei identificare i valori di tale affiatamento, anche in relazione ai tanti mutamenti tecnologici e sociali, intervenuti nei decenni; in particolare nel nel nuovo millennio. L’opportunità di trattare il tema mi viene suggerito da una tangibile riscoperta di questi giorni nonché dall’interrogativo che mi pongo - ormai da un decennio - sul destino della radio amatoriale in quest’epoca di Internet, di connessioni affidate al computer e di altre attuali problematiche della comunicazione.
Forse è superfluo che lo faccia notare, ma il termine 'radio', molto ricorrente nel testo, è prevalentemente associato ai concetti che sottendono le variegate sfaccettature dell’intero prisma della «RADIO», con particolare riferimento alle opportunità offerte nell’ambito amatoriale; si intuisce nella lettura quando il termine assume invece il significato (debole) di apparato.
Oggi c’è qualcosa di nuovo nell’aria - anzi di antico - che mi accade, mi circonda e mi attrae .... Una visita nella soffitta di casa, mi fa rivedere infatti, sotto polverosi teloni, una commistione di cose, apparecchi e documentazioni del mio passato di radioamatore …….
«La radio in soffitta» vorrebbe quindi raccontare questo mio incontro con il "Mondo di ieri "che si presenta intatto e custodito come se dovesse essere rivissuto. L'occasione mi induce alcune riflessioni e fa nascere in me il desiderio di recuperare alcuni valori interiori della “radio” perché la decodificazione, sia pure molto familiare e rassicurante, svela alcune carenze qualitative nei modi di amare - oggi - la radio rispetto il passato, con qualche triste pensiero sulla soffitta quale metafora di un possibile, ma non auspicabile, futuro della radio amatoriale.
PICCOLO MONDO ANTICO
Da qualche settimana sto vivendo un'esperienza che mi sembra unire il piano della realtà a quello dei sogni. Infatti, quando accedo, con la lentezza forzata dei miei ottant'anni, alla soffitta di casa, credo di rileggere un romanzo dalla trama un po' sfilacciata con nomi e contenuti già vagamente noti. Vecchie suppellettili, cassoni, sci, scaffali traboccanti di pacchi, scarponi ed altri oggetti, alcuni coperti da teli: mi sembrano - nella penombra - cose di poco conto che non mi siano nemmeno appartenute. Solo prendendo gli oggetti fra le mani riemerge il mio “piccolo mondo antico", entrando in risonanza con i ricordi delle tante cose avute, utilizzate, abbandonate ......... Mi riferisco qui ai diversi materiali occorsimi per l'attività di radioamatore: antenne, apparecchi ricevitori e trasmettitori, sostituiti nei decenni per evoluzioni tecnologiche, mode, modi e capricci del dilettantismo; ma ci sono pure libri, schemi, documenti, disegni, componenti e valvole termoioniche di ricambio. Da scaffali, scatoloni e pieghe seminascoste della soffitta mi sto dunque riappropriando degli oggetti protagonisti di esperienze, in momenti e luoghi diversi, che hanno accompagnato grande parte del mio tempo libero (e non solo) fin da quando ero ragazzino: tutti pezzi autentici del mio cammino con la radio nel corso di ben dodici lustri ....
La soffitta, quasi sconosciuta, considerata luogo oscuro di separazione tra passato e presente, mi appare ora come un grande balcone aperto: un punto panoramico da cui guardare il passato e dal quale poter dare ordine e significato a scelte ed esperienze occorse nel tempo, dal quale riflettere su passato, presente e futuro della radio. Ed ho quasi sensazione che forze nascoste si sterrino per caricarmi di un flusso salutare o terapeutico destinato a confortare la mia età senile ..... E' questo un approccio nuovo ai ricordi perché gli oggetti rinvenuti annullano la distanza fra il lontano ed il vicino: sono apparecchi tangibili, anche funzionanti, la cui fondatezza assume il ruolo cruciale di bussola e ricorda la mia appartenenza ad esperienze significative e gratificanti ben definite. Ho quasi la percezione che il passato voglia restituire senso e dignità alla mia vita, contrapponendosi al disorientamento che affligge la vecchiaia nel valutare la perdita, la lontananza e la fugacità dei ruoli e delle cose. Perfino il ritrovamento di una manopola nera con una tacca bianca sbiadita, mi rammenta, nel dettaglio, una storia sensibile del mio curriculum di radioamatore e mi fa felicemente sorridere!
Ogni oggetto ritrovato è davvero protagonista di storie, compagno di avventure e, seppure testimone silenzioso, contiene echi di profonde emozioni: in ciascun apparecchio sopravvive l'eredità del mio attaccamento per averlo costruito oppure acquistato, attentamente osservato ed usato, talvolta forse anche malamente adoperato .....; si aggiunge il rimorso per averlo abbandonato. Penso alle migliaia di voci in idiomi diversi ed alle inconfondibili note della telegrafia passate tutte attraverso delicati circuiti prima di essere da me comprese e condivise. Fino ad ora non mi era capitato di avere un connubio così stretto con il passato e mi chiedo quale misteriosa congiunzione di caso mi abbia orientato ad amare la radio ed a dare forma ad un destino dove studio, lavoro, radio, escursioni in montagna, musica, poesia ed altri interessi siano stati – talora anche intrecciati fra loro - l'essenza dei miei impegni, diventati storia in questo cumulo di oggetti parlanti.
Sì, la soffitta mi racconta molto di quel mondo radioamatoriale tramontato, nel quale ho avuto educazione e dimora: un piccolo mondo parallelo vissuto - non sognato - fatto di strumenti, di esperienze ed amicizie ma anche di ideali che non combaciano, ahimè, con il tempo presente: forse, nell’affannosa costante rincorsa al nuovo, alcune cose sottili della radio sono andate smarrite ....
RITORNO AL PRESENTE
Un giorno qualcuno avrebbe potuto forse scovare gli oggetti nel sottotetto: non mi riferisco a sedie o scarponi, bensì a quelle cose riconoscibili in modo sensato soltanto da addetti ai lavori ….. Sono assai felice che sia capitato proprio a me, giusto in tempo per trarre – da quelle radio animate - il significato profondo dell’affascinante attività radioamatoriale.
Nel maneggiare in casa gli apparati, alcuni di evidente fattura artigianale, penso alle mie primitive scoperte nell’etere, occorse – come attraverso un telescopio – operando pazientemente sulle manopole demoltiplicate e sulle levette …. E rammento le migliaia di voci - in idiomi diversi – nonché le inconfondibili note telegrafiche, passate tutte attraverso ingegnosi circuiti prima di essere da me comprese e condivise. Un filo invisibile mi unisce ancora a quelli apparecchi, non per resilienza psicologica alla vecchia tecnologia, ma per essere stati gli strumenti principali delle mie esperienze formative di radioamatore.
Naturalmente la curiosità mi ha portato a rivedere anche l’interno di qualcuno di questi apparati antiquati e mi è capitato di riconoscere, sotto lo chassis di un trasmettitore - fra grovigli di resistori e cavetti colorati – i segni di alcune modifiche apportate con le mie stesse (giovani) mani, nell’anno 1955 ….! All’interno di un ricevitore, all’epoca molto celebrato, ho potuto invece ammirare meravigliosi pezzi originali (valvole e componenti) fra i quali un gruppo di sintonia, autentico gioiello di funzionalità e di fine meccanica, degno di figurare in un Museo o in un’aula di Fisica applicata.
Superata l'ipnosi dei ricordi e della nostalgia, ho ripulito con cura trasmettitori e ricevitori, ho raccolto i libri e molti logs ed infine non ho resistito al fascino di ascoltare (e farmi ascoltare) in banda 28 MHz con paio di questi campioni del passato. Ho condiviso tali emozioni con un giovane radioamatore, il quale, per la prima volta al cospetto di tubi termoionici, condensatori variabili a lamelle metalliche, induttanze avvolte a mano, non ha saputo trattenere espressioni di genuina incredulità. Io invece ho riconosciuto il mio primo amore e, ancora una volta, le ragioni della mia vocazione alla radio. Lo stimolo originale della mia passione proviene sicuramente da qualche specifica lettura ed informazione sull'argomento ai tempi della Scuola Media, quando apprendevo anche il significato remoto della parola radio, dal latino radius (raggio). Ebbene, da allora tale termine si è decisamente depositato dentro di me sotto forma di raggio invisibile ed anche magico perché – toccandomi - mi ha fatto diventare radioamatore …..!
Gli apparati rinvenuti sono riprodotti nelle immagini poste al lato di questa pagina; altri modelli, forse incompiuti o smontati, perduti o ceduti a colleghi in tempi ormai lontanissimi, si dispiaceranno di non comparire nell’elenco: ad essi rivolgo un peculiare e molto malinconico pensiero. Vorrei che qualche apparato continuasse a sopravvivere quale espressione di una passione immersiva di grande qualità: per tale motivo donerò tutti gli apparecchi ritrovati a giovani radioamatori entusiasti e curiosi. I libri - silenziosi maestri di cultura - troveranno invece, anche se sanno di un po’ di polvere, adeguata collocazione nella mia biblioteca, accanto ad altri già gelosamente custoditi. In calce alla pagina sono presentate le copertine degli esemplari recuperati, disposte secondo le date di pubblicazione dei libri stessi.
Le escursioni nella soffitta di casa sono terminate ed ora solamente un sogno mi potrà condurre fra le radio ed il radiantismo di una volta! Ora mi ritrovo definitivamente ricollocato nella stanza del Presente e - prima che la barriera del tempo fuggito diventi impenetrabile - vorrei fissare le tracce di pensiero emerse durante lo sconfinamento nel Passato, per annotare - non certo il catalogo degli eventi - ma le matrici valoriali che hanno modellato lo spirito radiantistico e plasmato la figura cosmopolita, sensibile e colta del radio-amatore. Tale rievocazione non vuole significare un nostalgico ripiegamento sui ricordi bensì il tentativo di mantenere vive quelle preziose qualità identitarie del radiantismo e del radioamatore dilettante che la modernità sembra rifiutare o voler dimenticare in fretta.
RADIANTISMO, QUESTO SCONOSCIUTO
La radio - intesa come mezzo per comunicare - è nata poco più di un secolo fa, grazie al genio di un giovane appassionato sperimentatore ed inventore: Guglielmo Marconi. Gli straordinari contenuti concettuali dell’invenzione si possono riassumere con le sue stesse parole, pronunciate in una conferenza dell’anno 1935, in Brasile:
“Benché ormai siano note e diffuse tutte le più svariate applicazioni della radio, dalla ricreazione allo studio, dal collegamento delle navi e degli aeroplani fra loro e sulla terra, dalle comunicazioni tra i continenti attraverso gli oceani e le catene dei monti, tuttavia ogni nuovo impianto che accresca i rapporti umani e li semplifichi e li faciliti, m'induce sempre a meditare sugli sviluppi futuri della trasmissione delle onde elettriche e sui fenomeni che accompagnano questa trasmissione. Certo è che io posso dichiararvi di non aver mai cessato, dal giorno della scoperta ad oggi, di studiare e d'indagare quei fenomeni, ansioso sempre di strappare qualche altro piccolo segreto all'enorme mistero dell'universo.”
Tecnici, sperimentatori, ricercatori e semplici dilettanti della comunicazione wireless, ma anche sognatori, percorrono da allora un indescrivibile tracciato nell’etere: sono i radioamatori …… Sono coloro che hanno l’onore di portare avanti obiettivi e valori di quell’impareggiabile pensiero divenuto statuto della nobilissima eredità marconiana.
Dalla telegrafia senza fili alla comunicazione satellitare, dalla telescrivente alle tecnologie digitali: una lunga trama ha caratterizzato l’attività e l’abilità dei radioamatori, trama tessuta accuratamente da molte mani nel mondo. E giorno dopo giorno, i radioamatori – con lo sguardo intellettuale portato sempre oltre ogni confine - danno prova della loro vocazione a strappare qualche altro piccolo segreto all'enorme mistero dell'universo, dedicando - non per lucro nè per professione – tutto il loro tempo libero al progresso tecnico-scientifico della radio e, suo tramite, all'amicizia ed allo scambio socio-culturale fra i popoli.
Il radioamatore è un viandante nel mondo a cui vengono offerti, ad ogni passo, panorami illimitati, incontri di culture e di amicizie, conoscenze di finito e di infinito. Spesso è un tecnico, anzi un radiotecnico: in tal caso ha una specificità unica, poiché è - al tempo stesso - ricercatore ed utilizzatore, opportunità non di poco conto pensando che in molti ambiti il ricercatore deve sviluppare idee relativamente lontane dalla conoscenza dettagliata di determinati bisogni. Ma sono radioamatori pure tutti coloro che, non dotati di ampia competenza tecnica, amano la radio semplicemente per realizzare le proprie attese del comunicare e del conoscere: sono coloro che sognano a occhi aperti e che - come afferma Edgar Allan Poe – corrono il rischio di veder realizzati i loro sogni.
La sintonia fra le stazioni non è una semplice interazione strumentale ma la gratificante intesa fra persone sollecitate dagli stessi intenti e dalla medesima passione. Il radiomessaggio è sintetico, spesso povero di parole, ma dai contenuti importanti, talvolta vitali. La pratica radioamatoriale è qualcosa di più di un passatempo: non si apprende in una mezza giornata ed è piuttosto un progetto di formazione culturale e sociale, uno stile di vita, una scuola di civiltà e di solidarietà umana, raramente soltanto un diletto. L’attività radio-amatoriale, riconosciuta a livello internazionale come “Servizio di amatore”, viene regolamentata dalla I.T.U. (International Telecommunication Union) ed è autorizzata in tutti i Paesi del mondo mediante specifica licenza.
Singolarmente, ma soprattutto attraverso le loro Associazioni i radioamatori offrono alla collettività collaborazioni volontarie, fra le quali l’insostituibile servizio si soccorso nell’ambito della ‘Protezione Civile’ nei casi di calamità od emergenza. Qualora le reti ufficiali dovessero andare in tilt, la radio dei radioamatori continua a funzionare ….. e si propone anche per tanti altri servizi sociali meno appariscenti ma non meno importanti.
Insomma, la radio - nelle mani dei radioamatori – compie da sempre piccoli e grandi prodigi: le tante tracce di storia raccolte rimarcano tutta la preziosità valoriale della consonanza dell’uomo con la radio. Non è facile descrivere la ricchezza di questo legame né raccontare quanto di operativo, creativo e contemplativo accade nel mondo dei radioamatori: radiantismo è il termine che si fa carico di esprimere l’insieme multiforme di tutti questi concetti.
Autentico “principio costituzionale “, il radiantismo è – nelle sue coordinate di fondo – il propulsore che muove e guida l’attività amatoriale con l’intento di interpretare e custodire i valori marconiani. In tale missione, il suo spirito aleggia nel cuore di ogni appassionato, e pure coloro che partecipano alla radio soltanto per svago avvertono il significato umanizzante di questo ham-spirit, elargitore di quel valore aggiunto caratterizzante la figura del radioamatore.
Il radiantismo è permeato di nobili sentimenti, non labili né arbitrariamente mutevoli; non richiede precetti particolari se non il rispetto di una comune griglia etica e qualche semplice protocollo, affinché ogni segnale diffuso nell’etere – non attraversando soltanto la strada - bensì superando d’un balzo mari, montagne, paesi e continenti, sia sempre gesto di civiltà ed amicizia. L’impegno in uno o in più ambiti della radio amatoriale è scelta volontaria e pertanto non ammette profitti a vantaggio dei singoli operatori e/o delle loro associazioni: il radiantismo è espressione ideale ed immateriale, non un giro di affari.
Nel passato si dovevano auto-costruire gli apparecchi per la propria stazione, le antenne e quant’altro; l'espandersi del numero dei radioamatori unitamente alle spinte consumistiche, ha fatto sorgere diverse industrie per produzione di serie delle stazioni amatoriali: ricerca industriale e progresso tecnologico hanno ben presto consentito di immettere sul mercato apparati completi, compatti e sofisticati ….. Soluzioni di pregio ma con qualche ambiguità poiché hanno di fatto sottratto - a buona parte dei radioamatori - la possibilità di competere con realizzazioni proprie. Attualmente, con l’acquisto di un "transceiver", l'accesso all'etere è facile ed immediato: farsi ascoltare nelle Isole Marianne è sicuramente suggestivo ma rappresenta soltanto un minuscolo traguardo nel cammino del radioamatore.
A dare senso all'avventura è la graduale e cosciente formazione per capire ed amare la radio in tutta la sua complessa interiorità e per identificare nel radiantismo gli ideali per i quali investire tempo e passione. Ma sarebbe molto riduttivo pensare alla radio soltanto quale medium della comunicazione: il suo raggio illumina il mondo intero e svela il senso della dedizione che ci fa avvicinare al prossimo, alle cose tecnologiche, all’universo …. La radio ha il potere di donarci occhi nuovi per abbracciare nel mondo tante realtà nascoste e solo i radioamatori - instancabili api dell’invisibile - sanno coniugare, nel loro etereo territorio, energie davvero impensabili. La crescita della cultura tecnico-scientifica è continua e molto diversificata, dal microcosmo dei circuiti integrati al macrocosmo della radio-astronomia: uno spazio illimitato entro il quale il radioamatore sperimenta e realizza la propria specificità e personalità.
In questo quadro così promettente e luminoso sono stati però percepiti, verso la fine del secolo scorso – in concomitanza con significativi mutamenti dell’etica sociale - alcuni elementi regressivi che hanno iniziato ad indebolire anche il radiantismo. Da un ventennio viviamo infatti un impatto sociale caotico: nuove mode - quali vestali della Modernità - stanno imponendo incerti e precari paradigmi di società dove nulla deve restare del passato e nessun tempo è più disponibile alle risorse personali di concentrazione, sobrietà, educazione....... Tali ed altri aspetti contagiano anche la comunità dei radio-amatori, laddove si osservano crescenti segni di decadenza, fra i quali l’affermarsi di dinamiche operative aggressive ed eloqui svincolati da ogni buon senso. Non è pertanto casuale - come già ho lasciato intendere in altri tratti del testo – che il nocciolo tematico delle mie riflessioni sia il disagio per le ombre sempre più lunghe e minacciose che continuano ad oscurare i principi posti all’origine della nostra attività amatoriale.
LA MISURA PERDUTA
Le asimmetrie che osservo da tempo nel mondo della radio amatoriale mi deludono ma anche mi confondono: mi domando se mi trovo ad una svolta, ad una conclusione o ad un inizio …. La civiltà radiantistica che ho descritto e pure raffigurato con una rievocazione auto-biografica, non è stata una leggenda ma una chiara e persuasiva realtà vissuta da tutti i radioamatori del secolo scorso. Progresso e Civiltà sono stati, in una proficua osmosi, gli elementi basilari della nostra storia: lo sforzo del progresso si è concentrato sulle applicazioni tecniche, quello della civiltà sulla ricerca di un’etica comportamentale per coabitare nel migliore dei modi il mondo della radiocomunicazione amatoriale e per offrire ad ogni appassionato le risorse per esprimere alla comunità la propria competenza e personalità.
Tale complementarietà è stata espressa dal radiantismo che – quasi per incanto – ha sempre trasformato ciascun dilettante in un autentico erede marconiano.
Nel mondo contemporaneo, con indizi avvertiti già alla fine del secolo scorso, progresso e civiltà non si manifestano più proporzionati fra loro, sono anzi in conflitto: il Progresso ingloba nella sua visione il nefasto concetto di “crescita illimitata” mentre la Civiltà è ancorata ai valori etici, inclusivi di "evoluzione armonica”. Così il mito del produttivismo - strumento di affermazione dei poteri economici di profitto – ha alterato quel prezioso equilibrio inducendo profonde mutazioni nel rapporto uomo-società-tecnica-natura e l’avanzata tecnologica ha influenzato il nostro sistema cognitivo, gli stili di vita, la cultura collettiva. Tutto ciò con il pericolo (avvenire) di trasformare l’uomo in un robot, mosso da impulsi (elettrici) piuttosto che da sentimenti .…!
In quest’epoca stiamo dunque perdendo la misura delle cose e soprattutto non riusciamo a gestire le proporzioni della nostra vita perché un’onda consumista, insensibile a coltivare ideali e motivazioni, ci trascina nella direzione voluta dai mass-media e dal progresso ….. (ma è tutto progresso questo?)
Una ingenua illusione mi aveva lasciato sperare - per qualche tempo - che, nell’habitat etereo dei radioamatori, non potessero giungere le tossine del decadimento - come da acqua a nube, così da terra ad … etere - ma era solo un miraggio …. Ed ora sono amaramente consapevole di vivere in epoca votata al vuoto dei valori osservando altresì quanto la civiltà radiantistica risulti oggi sfumata, devitalizzata e depurata da diversi riferimenti tradizionali che hanno saputo dare forma, energia e senso all’essere radioamatori, a guidare e tessere relazioni, a vivere quel radiantismo sconosciuto, fecondo di tante conquiste umane e tecniche. Una lezione la cui eredità sta ormai per essere frantumata e sostituita da una fittizia copertura di modernità ….
Il radioamatore contemporaneo non avverte tale delusione ed è del tutto inconsapevole di vivere un amore a metà, spogliato cioè di quelle ricchezze che in un tempo - non troppo lontano - costituivano cuore ed orgoglio della comunità radioamatoriale. Il dilettante di nuovo conio esprime appieno le conoscenze del Progresso ma utilizza la radio quale bene di consumo, per soddisfare l’hobby personale e le relative ambizioni …. Naturalmente lo svago è sempre stato implicito presupposto della nostra dedizione alla radio, tuttavia non l’unico scopo, mai un gioco …. Oggi si sta consumando una vera e propria discontinuità storica poiché l’aspetto ludico è prevalente, spspinto dal business..... L’approccio alla radio è infatti favorito dalla commercializzazione di attraenti apparecchi in perenne evoluzione, dalla pressante offerta di accessori tecnici ed operativi di internet e dalla facilità con cui si ottengono patenti ed autorizzazioni. Rispondendo a qualche quiz preconfezionato sulla legge di Ohm, chiunque può invadere la frequenza dei radioamatori …..
.TESTO INCOMPLETO sono in corso modifiche al testo originale momentaneamente cancellato ........... 21/12/2020
AI POSTERI L'ARDUA SENTENZA
Fra noi ed il mondo si è frapposto uno schermo: le nostre relazioni passano ormai per monitor grandi e piccoli e l’informazione è facile, immediata ma non è conoscenza, è piuttosto un ammasso di dati raccolti fra saperi fondati e fantasticherie, fra maestri seri e ciarlatani, fra fonti attendibili e fake-news, fra reale e virtuale …… I risultati di internet si incontrano e si scontrano, la globalizzazione sottrae identità a persone e cose, i mass-media con i loro ammiccanti slogan sono persuasori di un consumismo che non conosce valori se non quello mercantile, il business si moltiplica con rapidità inaudita mediante strategie di perenne mutamento dei prodotti della comunicazione.
TESTO INCOMPLETO sono in corso modifiche al testo originale ........... 21/12/2020
monografia pubblicata in internet il 21 marzo 2014, in occasione del mio ottantesimo compleanno
LIBRI: DALLA SOFFITTA ALLA GALLERIA
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